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Botulismo infantile

  • Immagine del redattore: Federica Bezzi
    Federica Bezzi
  • 18 feb 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Molto spesso mamme o nonne intingono il ciuccio di un bebè nel miele, sembra un’accoppiata vincente:


"Il bambin@ si tranquillizza, il miele è naturale ed è meglio dello zucchero bianco" ()

Ma siamo così sicuri sia una scelta giusta?

Il miele non pastorizzato in realtà potrebbe contenere spore di botulino. Il miele ha un tenore di zucchero molto elevato che sembra in grado di inibire la crescita di molti batteri.


Alcuni batteri però hanno delle spore super resistenti, quali per esempio il Clostridium Botulinum.


Che cosa sono le spore? Sono una forma di vita latente prodotta dai batteri che aspettano in tranquillità un ambiente adatto per crescere e svilupparsi.

Quali sono gli alimenti a rischio? Gli alimenti a rischio sono tutte le conserve sia animali che vegetali in cui si crei un ambiente anaerobio (senza ossigeno), in questo ambiente le spore botuliniche possono crescere senza problemi. Ciò che evita la proliferazione delle spore botuliniche è un ambiente anaerobio acido.


Che cos’hanno in comune quindi il miele e il Clostridium Botulinum? Proprio il fatto che l’ambiente del miele sia senza ossigeno e con un pH abbastanza alto, perfetto per fare cresce le spore botuliniche.


Che cosa succede se un bambino ingerisce una spora ? Quindi il bambino ingerisce la spora prodotta dal batterio e questa trova nel suo intestino la condizione ideale per cresce e maturare e diventare tossina. Questo succede perché il sistema digerente del neonato è immaturo e non riconosce l’intruso dannoso. Nei bambini sopra l’anno invece la spora non ha la possibilità di germinare e viene poi espulsa tramite le feci. L’età è l’unico fattore predisponente per il botulismo infantile; infatti, la maggior parte dei casi interessa bambini di età inferiore a 6 mesi (il più piccolo aveva 58 ore) e, comunque, tutti di età inferiore a un anno. Adulti sani e ragazzi ingeriscono, abitualmente, spore di C. botulinum senza sviluppare la malattia.


E quindi? Quindi meglio evitare l’impiego di miele per il primo anno di età per evitare che il bambino introduca spore di Clostridium e possa quindi soffrire di botulismo infantile. Il Botulismo infantile è comunque una forma molto rara del botulismo e la maggiore incidenza si è riscontrata negli USA, seguono l’argentina e l’Australia. C’è da dire che dall’84 al 2008 in Italia sono stati diagnosticati solo 29 casi di botulismo infantile.





Fonti: Linee guida per la corretta preparazione delle conserve alimentari in ambito domestico Linee guida per una sana alimentazione Epicentro – ISS RISK OF INFANT BOTULISM RELATED TO HONEY CONSUMPTION, D’ascenzi et al (2003) Il botulismo infantile: un network per migliorare la diagnosi e il trattamento di una malattia rara e sotto-diagnosticata, Lonati et al, 2008 Arnon SS, Schechter R, Maslanka SE, et al. Human botulism immune globulin for the treatment of infant botulism. N Engl J Med 2006;354:462-71 Barash J, Hsia J, Koepke R, et al. Simultaneous presence of Clostridium difficile and Clostridium botulinum in patients with Infant Botulism. In Proceedings 2008 Meeting of the Interagency Botulism Research Coordinating Committee (IBRCC) 2008 September 14-18. Philadelphia, PA, USA Orpha.net

 
 
 

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